Chi fu Luigi Centurini
Ricordiamo in queste note Luigi
Centurini, uno dei più eminenti scacchisti italiani dell'800.
Compositore di studi e teorico italiano
(Genova, 24.4.1820 - 10.11.1900). Laureato in giurisprudenza, non esercitò la
professione ma si dedicò a studi di economia politica e amministrativa. Fu
consigliere del consiglio comunale di Genova e per molti anni assessore alla
pubblica istruzione. Membro di numerose commissioni e di istituti letterari e
scientifici, si distinse in ogni campo per integrità e capacità.
Come scacchista fu considerato uno dei più profondi
analisti nel campo dei finali. Già nel 1853 aveva pubblicato a Genova un
opuscolo "Giuoco degli scacchi. Del finale di torre e cavallo contro torre", in
cui aveva analizzato varie posizioni di Forth e di Assalini (un professore
genovese, già più che settuagenario nel 1853). Scrisse uno studio sul "gambetto
grande", che pubblicò sull'"Eco della scienza" nel 1865, con un supplemento a
parte. Collaborò a riviste italiane e straniere dell'Ottocento; suoi articoli
apparvero su "La Régence" del 1856 e su "The Chess Monthly" del 1857.
Fu in corrispondenza con i maggiori studiosi del suo
tempo, in particolare con Janish e con Guretzky-Cornitz. Nella prefazione della
"Strategie raisonnée", Durand, Metton e Preti (1867) ringraziarono Centurini
per l'aiuto efficace ricevuto da lui come da Morphy, mentre Salvioli gli dedicò
il trattato sui finali di partita (1888). Molte sue posizioni furono riportate
nel Corso di Tonetti e Ferrante.
(da Dizionario Enciclopedico degli scacchi
di Chicco e Porreca)
Vorremmo integrare questa voce del Dizionario Enciclopedico con altre
notizie tratte dalla biografia storica del Circolo scritta da Giorgio Di
Liberto, Agostino Petrillo e Paolo Silvestri.
Quando nel 1856 fu fondato a Genova il primo "Casinò degli
Scacchi" presso il caffè Bella Napoli in Piazza Soziglia fu eletto presidente
Luigi Centurini, un funzionario pubblico noto per la sua integrità e che già
aveva pubblicato studi pionieristici sui finali. Nel 1859 Serafino Dubois parla
ne "La rivista degli scacchi" dell'attività scacchistica a Genova grazie all'esistenza
del Casinò degli scacchi e della presidenza Centurini. Centurini stesso scrive
alla rivista e si evince come le sue qualità di studioso non si arrestassero
all'ambito scacchistico, ma si estendessero invece anche alla grande cultura in
generale.
Al famoso "Casinò degli Scacchi" convergevano i migliori
giocatori della città, tra cui il celebre De Saint Bon, in quel periodo
direttore dell'osservatorio astronomico. C'era una polemica tra "conservatori"
(cioè i fautori delle vecchie regole del gioco italiano) e "internazionali",
che sostenevano le nuove regole, compresa la presa en passant. Centurini
si schierava dalla parte dei conservatori, sostenendo l'illogicità dell'en
passant. Negli ultimi anni della sua vita andò allontanandosi dall'ambiente
scacchistico, irritato probabilmente anche dal sempre maggiore ruolo svolto
dalla teoria nel gioco (già all'epoca!) ed arrivò a proporre (diremmo oggi "in
chiave ultramoderna") di estrarre a sorte la disposizione iniziale dei pezzi, in
modo da mettere in condizione i giocatori di dovere utilizzare più il proprio
cervello che le conoscenze cartacee.
Recentemente, da alcuni documenti messi gentilmente a disposizione
dall'Istituto mazziniano di Genova è emersa non solo la passione di Giuseppe
Mazzini per gli scacchi, ma anche che Luigi Centurini nutrì simpatie
mazziniane. Lo attestano alcune carte da cui si desume la sua partecipazione
alla Società Nazionale, un'associazione risorgimentale che mirava
all'unificazione del paese e in cui militavano molti seguaci del Mazzini.
Grazie alla collaborazione del M.I. per corrispondenza Giuseppe Poli pubblichiamo una rassegna di 37 studi sui finali di
questo grande compositore e teorico italiano.