Il Centurini ha deciso giustamente di dedicare una serata in onore di Bobby Fischer, per discutere la sua figura, così “mitica” e affascinante, ma al tempo stesso così controversa.
Vorrei quindi esprimere il mio piccolo e personale parere, di uno dei tanti “nipotini” di Fischer, come venivano chiamati tutti quei giovani scacchisti e ragazzini (che ormai viaggiano verso la mezza età!) che appresero il gioco sull'onda dello straordinario clamore del “match del secolo” del 1972. Ovviamente mi rendo conto che su Fischer potremmo raccogliere 10.000 rispettabili pareri diversi.
Una premessa: purtroppo sembra che le attese dei fans che si augurano ancora una
“rentrée” di Bobby sulla scena dello scacchismo “tradizionale” – magari anche
fugace come nel 1992 a Sveti Stefan/Belgrado e “pompata” da qualche vagonata di
miliardi (o milioni di dollari o euro) – saranno deluse.
Pare che l'unico interesse attuale di Bobby (che risiede in Giappone) sia per
il “chessrandom” (gli scacchi con disposizione casuale delle figure
all'inizio della partita), e non a caso Karpov sta disperatamente cercando di
organizzare un match con Fischer, anche a chessrandom, prima della fine
della carriera (Karpov giustamente non si rassegna all'idea di non aver mai
potuto dimostrare - senza sua colpa - di essere all'altezza del grande
Fischer). E comunque, il livello di Fischer di oggi, o del 1992, NON è più
quello stratosferico del 1971-72.
Vorrei inoltre sgomberare il campo da tutte le illazioni sulla figura umana e sulla personalità di Fischer. Bobby Fischer è un personaggio talmente complesso e solitario, che su di lui si è detto di tutto e di più, soprattutto nel male: paranoico, megalomane, antisemita, fanatico pseudoreligioso, asociale, rozzo incivile monomaniaco, ecc., e anche se ben pochi lo hanno conosciuto veramente.
Personalmente
appartengo alla schiera di quanti ritengono che un genio vada giudicato per
quanto di buono ha fatto nel suo campo, non per i suoi errori e debolezze
umane.
Altrimenti dovremmo svalutare l'opera di geni quali Caravaggio, o Van Gogh, o
Rimbaud, o Cellini, ecc., soltanto per le loro sregolatezze, o perché avevano
addirittura commesso crimini.
Peraltro, anche a chi indulge in facili giudizi vorrei ricordare che anni fa Bobby Fischer in Ungheria contribuì di tasca propria e a fondo perduto alle ingenti spese mediche del GM Barbero, che fu colpito da una grave malattia ed è morto di recente.
Quindi forse sarebbe il caso di evitare giudizi frettolosi su persone che conosciamo assai poco, e che potrebbero essere assai migliori dei giudizi superficiali e dei pettegolezzi che circolano su di loro.
Ma parliamo piuttosto del grande e incancellabile contributo dato da Bobby Fischer allo scacchismo mondiale.
Per chi ha meno di 37-40 anni è difficile capire cosa abbia significato per lo
scacchismo mondiale la travolgente scalata al titolo di Campione del Mondo di
Bobby Fischer nel biennio 1970-72.
In pochi anni le federazioni dei maggiori Paesi occidentali raddoppiarono, o
triplicarono, o addirittura quintuplicarono il numero degli iscritti.
Nell'estate 1972 TUTTI (giovani, anziani, casalinghe, bambini, uomini d'affari,
ecc.) giocavano a scacchi, in qualunque luogo, sulle spiagge sotto gli
ombrelloni, nelle baite alpine, sulle panchine dei parchi in città, nei bar,
negli oratori, ecc. URSS e USA, non potendo sfidarsi a suon di bombe atomiche
(per fortuna!), si sfidavano a livello intellettuale a scacchi, e quella sfida
era carica di prestigio, emotività e importanza come nessun'altra prima o dopo
di allora.
Solo in quell'estate (e mai più in seguito) i maggiori giornali nazionali
uscivano pubblicando nelle prime pagine diagrammi di scacchiere grandi come
tovaglioli (chi non lo ha già fatto può controllare in qualche emeroteca e
ripescare i giornali dell'epoca).
La febbre degli scacchi aveva colpito il mondo, e da allora gran parte di quanti appresero il gioco continuarono e giocare e a propagandare il gioco, quindi i benefici per il movimento scacchistico mondiale furono incalcolabili.
Il merito era tutto di Bobby Fischer.
È pur vero che se anziché chiamarsi Bobby Fischer ed essere americano si fosse
chiamato Roberto Pescatori, o Roberto Pescador, e fosse stato italiano, o
peruviano, o neozelandese, l'interesse mondiale per quel match con Spassky
sarebbe stato assai minore. Il fatto è che allora il mondo tratteneva il fiato
per la sfida “simbolica” tra le due superpotenze mondiali, e quindi il destino
volle che per fortuna dello scacchismo mondiale in quel periodo lo sfidante del
russo fosse proprio statunitense, e ciò attirò l'interesse spasmodico dei
giornali e dei media.
Personalmente non ho mai creduto che il maggior contributo di Fischer agli scacchi sia stato per il livello e lo stile di gioco.
Fischer aveva uno stile “capablanchiano”, molto lineare e posizionale, sia pure votato
incessantemente all'attacco, ed esteticamente piacevole.
Eppure altri giocatori (ad esempio Alechin, Tal e Kasparov) hanno giocato
partite ancor più spettacolari ed entusiasmanti di quelle di Fischer. Certo, in
quel periodo solo Fischer seppe sconfiggere gli avversari (Taimanov, Larsen)
con punteggi tennistici di 6:0, e in seguito nessuno ha mai più ripetuto simili
performances.
Però io credo che l'immenso contributo di Fischer sia stato un altro (di cui tutti
beneficiamo ancora!).
FISCHER HA DATO PER PRIMO
GRANDE DIGNITÀ E PRESTIGIO AL NOSTRO GIOCO, COME NESSUNO PRIMA O DOPO DI LUI!
Pensiamo che prima di Fischer i premi negli scacchi erano a livelli “parrocchiali” e ultra-dilettantistici.
Nel 1969 Spassky divenne Campione del Mondo percependo una borsa di 1400 dollari, che rivalutati oggi sarebbero circa 15-20.000 euro (di cui oltre la metà furono tassati!).
Fischer per primo pretese rispetto per il prestigio e lo sforzo intellettuale creativo necessario in una sfida per il titolo mondiale, e le sue richieste di borse milionarie (che all'epoca furono assai criticate e in alcuni momenti rischiarono di far saltare il match) riuscirono a restituire dignità ad uno sport che per decenni era stato ritenuto di serie B o C, rispetto ad altri sport milionari (calcio, boxe, automobilismo, basket, tennis, ecc.).
Qualcuno
potrà chiedersi: “Perché mai dovremmo giudicare un'attività intellettuale o
sportiva in base al denaro che vi circola attorno?”
E ancora: “Non è poi vero che quanto più denaro ruota attorno a certe attività,
tanto più alto è il rischio che l'interesse verso di esse sia dovuto solo a
speculazione, avidità, pura ricerca del “business”, ecc.?”
Le osservazioni sono giuste, e infatti per fortuna abbiamo capolavori dell'arte e del pensiero umano realizzati in ogni epoca con passione e grandi sacrifici da persone povere. Nessun compenso miliardario riuscirà mai a trasformare uno scribacchino d'oggi in Dante Alighieri, che scriveva con la penna d'oca, su pergamene e alla luce fioca delle candele, in un tetro medioevo. E anche i sovietici non avevano del tutto torto, quando sottolineavano il prestigio intellettuale, educativo e formativo di attività artistiche e culturali quali gli scacchi, la danza, la musica classica, e cercavano di svincolarli da mere valutazioni economiche, accusando gli occidentali di ridurre ogni cosa al vil denaro (d'altra parte c'era un po' d'ipocrisia, perché i migliori scacchisti dell'URSS avevano anche privilegi economici dallo Stato, quali casa, auto, stipendio, ecc.).
Quello che intendo dire però è altro: il fatto è che – piaccia o no – nella nostra epoca uno sport ed un'attività professionale sono valutati dalla media delle persone anche e soprattutto in base al loro valore di mercato, e alle “palanche”.
Bobby Fischer nel 1968 scappò via da Lugano (dove era stato invitato per
l'Olimpiade), non appena vide le pessime (secondo lui) condizioni della sala in
cui avrebbe dovuto giocare.
Nessun altro giocatore si comportò così, e quindi gli scacchisti di allora
erano tutti abituati ad essere trattati da “sportivi poveri”, e si rassegnavano
a condizioni di gioco non sempre dignitose. Eppure, se oggi le manifestazioni
scacchistiche importanti vengono organizzate in ambienti decorosi, con premi
buoni o eccellenti, questo lo si deve anche e soprattutto a Fischer e al suo
sforzo per dare prestigio e dignità agli scacchi.
In definitiva, da solo Fischer è riuscito a far capire al mondo che gli scacchi meritano rispetto e prestigio per il sacrificio di studio, tempo e impegno richiesti per raggiungere alti livelli, e questo vale anche sotto il profilo economico.
Un pianista o un violinista d'alto livello non si esibiscono certo in canottiera dentro bettole rumorose e tra odori di frittura, ma chiedono un compenso adeguato e sale da concerto o teatri ben arredati, silenziosi, con acustica ottimale e con un pubblico attento e competente.
Il chirurgo o il commercialista (gli esempi ovviamente possono essere innumerevoli) chiedono retribuzioni commisurate agli anni di studio, apprendistato, aggiornamento e rischio che la loro professione richiede. Fischer non è stato un “avido capitalista”, ma un grandissimo giocatore che ha preteso e ottenuto rispetto per il livello della sua arte e professionalità, e lo ha ottenuto anche per quanti sono venuti dopo di lui.
Questo, in definitiva, mi sembra il grande e duraturo lascito dato da Bobby Fischer agli scacchi, e credo che anche quanti non lo hanno mai gradito come persona dovrebbero esprimergli gratitudine, perché senza le sue “bizze” il nostro gioco non avrebbe il prestigio che è riuscito a raggiungere.
Alberto Miatello
GRAND PRIX DI MAGGIO: FLAVIO GUIDO SENZA AFFANNI
Pos. | Giocatore | Cat. | Punt. |
1 | GUIDO Flavio |
MF | 6,5 |
2 | MOLLERO Michele |
CM | 6 |
3 | SHABAN Abdelgawad |
CM | 5 |
4 | FOSSATI Remigio |
CM | 5 |
5 | SIBILLE Ettore |
CM | 4,5 |
6 | MOLINARI Mario |
CM | 4,5 |
7 | POLI Giuseppe |
1N | 4 |
8 | ORLANDI Claudio |
1N | 4 |
9 | BADANO Giancarlo |
2N | 3,5 |
10 | CARDONA Paolo |
1N | 3,5 |
11 | BERNI Mauro |
CM | 3,5 |
12 | DURDEVIC Radoslav |
CM | 3,5 |
13 | MAIORI Nicola |
1N | 3,5 |
14 | TRAVERSO Massimiliano |
1N | 3 |
16 | BAVOSI Mariano |
2N | 2,5 |
17 | SABBA Giorgio |
3N | 2,5 |
18 | DEL NEVO Claudio |
CM | 2,5 |
19 | PALMIERI Gennarino |
NC | 2 |
20 | DEGL'INNOCENTI Cristian |
2N | 2 |
21 | BADINO Luciano |
1S | 1,5 |
22 | LIBERTI Vincenzo |
2N | 1 |
Aspettando il torneo al Ducale (4-11 luglio)
SABATO 19 GIUGNO: SIMULTANEA IN PIAZZA MATTEOTTI
Sabato 19 giugno alle ore 15, in
Piazza Matteotti, davanti al Palazzo Ducale - ormai centro nevralgico degli
scacchi a Genova - che ospiterà a luglio il XII Festival internazionale di
scacchi, si svolgerà uno spettacolare appuntamento. Un maestro del Centurini,
probabilmente Raffaele Di Paolo, si esibirà contro tutti quelli che vorranno
giocare contro di lui. È una iniziativa rivolta in particolare ai giovani
scacchisti genovesi, quelli che in questi mesi hanno frequentato con profitto i
corsi di scacchi che si sono tenuti in città, a cominciare dai ragazzi della
scuola Assarotti-Centurini. Chi fosse interessato a disputare la simultanea è
pregato di segnalare il proprio nominativo a info@centurini.it.
Il giorno successivo, domenica 20 giugno, con inizio al mattino, nell'atrio del
Palazzo si svolgerà la seconda edizione del Torneo Emergency (semilampo su 8
turni), organizzato dal C.S. Santa Sabina. Le quote di iscrizione saranno
devolute all'associazione umanitaria EMERGENCY.
NOTIZIE DAI TORNEI DI POSITANO E SAVIGLIANO
FEST. POSITANO-SV 30-05-04 - TURNI 9 CLASSIFICA FINALE - TORNEO > 1799 nome ctg. punti buh. ps ----------------------------------------------------------- 1' 5-Tatar Kis Szabolcs HUNIM 7.0 45.5 2' 1-Lazarev Vladimir RUSGM 6.5 47.0 3' 3-Skembris Spyridon GREGM 6.5 47.0 4' 2-Varga Peter HUNIM 6.5 46.0 5' 4-COLLUTIIS Duilio SA FM 6.0 40.5 6' 7-Trabert Bettina GERWG 5.5 45.5 7' 9-Safranska Anda LATWG 5.5 44.5 8' 8-MARTORELLI Antonio SA IM 5.5 37.5 9' 6-PISCOPO Pierluigi LE FM 5.0 46.0 10' 13-LETTIERI Giuseppe SA CM 5.0 44.0 11' 20-Vuelban Virgilio PHI-M 5.0 43.0 12' 14-Hocevar Nikola SLO-M 5.0 37.0 13' 12-Dewenter Ulf GER-M 5.0 35.5 14' 15-DE-ROSA Maria NA WF 4.5 39.0 15' 25-DI-MUCCIO Lindoro CE 1N 4.5 34.0 16' 11-SABIA Corrado SA CM 4.0 38.0 17' 10-POPA Florin VR -M 4.0 38.0 18' 24-FEZZA Davide SA 1N 4.0 33.0 19' 22-LAMAGNA Mario NA 1N 4.0 30.5 20' 27-ATTIANESE Aniello SA 1N 3.5 35.0 21' 19-ROVERSI Stefano GE CM 3.5 31.5 22' 21-COSENZA Gianni NA CM 3.5 30.5 23' 17-Papp Abel HUN-M 3.5 30.0 24' 16-ANTONIACCI Riccardo RN CM 3.0 36.5 25' 18-LUZI Alessandro RM CM 3.0 33.0 26' 26-FRAGNI Enrico BO 1N 2.5 29.5 27' 28-MESSINA Roberta SA 2N 2.5 29.0 28' 23-Zimmer Hans-Wertner EE 1N 2.0 28.5
Da giovedì a domenica si è svolta la quarta edizione del torneo di Savigliano, simpatica cittadina in provincia di Cuneo.
Quest'anno gli organizzatori hanno deciso di cambiare la sede di gioco: infatti la gara è stata trasferita in due splendide sale completamente affrescate all'interno del monumentale palazzo Taffini. Nell'open A partecipavano il GM Godena, il MI Mrdja, i MF Di Paolo e De Santis, il M Brancaleoni e molti candidati; in tutto 36 scacchisti. Nell'open B, riservato ai giocatori sotto i 1800 punti Elo, erano presenti circa 50 persone. In totale dunque 85 iscritti, una decina in più rispetto alla passata edizione. Arbitri della manifestazione Cordara e Coqueraut di Torino. Dopo i sei turni di gioco è risultato vincitore con 5 punti e mezzo il favorito della vigilia, ossia Michele Godena. Ha concesso solo una patta al secondo classificato, il MI Milan Mrdja. Al terzo posto si è piazzato il MF romano (ma residente in loco) Alessio De Santis. Il nostro Di Paolo, che pure partiva con un promettente numero tre di tabellone, è giunto solo settimo (4 su 6) a causa di un imprevisto scivolone al terzo turno di gioco contro il candidato torinese Pepino. E non ha potuto così incontrare né De Santis né tantomeno Godena, ma solamente Mrdja, col quale peraltro ha perso. Nell'open B vittoria della 2N di Torino Sergio Degrassi, con 5 punti. Nel torneo principale c'erano anche i genovesi Squarci e Marcello Astengo, mentre nell'open B c'erano Gardini (che ha concluso a 4 punti) e Nanni (3/6). Molto buona l'organizzazione: a latere del torneo è stata allestita una piccola mostra sugli scacchi in Italia nei secoli passati. Inoltre sabato sera è stata offerta a tutti una interessante serata al teatro comunale Milanollo (un vero gioiellino) incentrata sul tema "scacchi e musica". Si è iniziato con un breve video girato in casa di Ennio Morricone, che è, come noto, un appassionato scacchista. Partecipavano al dibattito, oltre al musicista, i GM Godena e Ortega. Quindi un concerto con musiche da film dello stesso Morricone, eseguite al pianoforte, ha concluso la serata.
ANTOANETA STEFANOVA CAMPIONESSA MONDIALE
La più forte giocatrice bulgara, Antoaneta Stefanova, 25 anni, è la nuova campionessa del mondo femminile. Ha battuto nella finalissima di Elista la WGM russa Ekaterina Kovalevskaya. Al termine del match che l'ha vista vincitrice Antoaneta ha detto di non credere ancora ai propri occhi “Forse lo capirò domani, per il momento so solo di avere vinto la finale”. Ha ringraziato due figure che l'hanno aiutata nell'impresa. In primo luogo il padre “che è stato il mio primo allenatore. Ha giocato un grande ruolo nella mia vittoria”. E poi il suo secondo, Vladimir Georgiev: “Mi ha aiutato molto non solo sul piano teorico ma anche durante i quindici giorni del campionato mi è stato vicino da amico, aiutandomi a superare i momenti difficili”.
SEVEN PRESS:
IL PORTALE LIGURE DELLO SPORT
(e anche degli scacchi)
http://www.sevenpress.com
MITROPA CUP: LA CROAZIA SI IMPONE SUL FILO DI LANA, ITALIA ULTIMA
Non ha evitato l'ultimo posto, ma è riuscita quanto meno a salvare la faccia la rappresentativa azzurra nell'edizione 2004 della Mitropa Cup, disputata dal 29 maggio al 6 giugno e vinta sul filo di lana dalla Croazia. L'Italia, composta dai MI Ennio Arlandi, Giulio Borgo, Spartaco Sarno e Daniel Contin e dal MF Christian Cacco, ha esordito perdendo con due formazioni decisamente alla portata, Svizzera (2.5-1.5) e Austria (3-1). Battuti anche dalla Slovenia (2.5-1.5) e ottenuto il primo punto di squadra al quarto turno, pareggiando contro la Francia, gli azzurri hanno proseguito perdendo tutti gli incontri fino al settimo turno (3-1 con la Croazia, 3.5-0.5 con la Germania, 3.5-0.5 con la Slovacchia). Nel finale della competizione la rappresentativa italiana ha forse avuto un moto d'orgoglio e, dopo il 2-2 con la Repubblica Ceca, ha sconfitto la forte Ungheria, numero uno di tabellone e infine quinta, per 2.5-1.5 (successi di Arlandi e Borgo sulle prime due scacchiere contro i GM Zoltan Varga e Adam Horvath). A ottenere il miglior risultato fra gli azzurri è stato Arlandi, con i suoi 4.5 punti su 8 in prima scacchiera e una performance Elo di 2529; quanto agli altri, Cacco ha realizzato 2.5 su 7, Contin 2 su 7, Sarno 2.5 su 9 e Borgo 1 su 5. L'Italia ha quindi totalizzato 12.5 punti su 36 individuali e 4 su 16 di squadra, contro i 14.5 (4) della Francia, i 16.5 (8) dell'Austria e i 17 (10) della Svizzera. Ad aggiudicarsi la competizione è stata la giovanissima Croazia con 22.5 punti (12 di squadra), che pur avendo perso tre incontri è riuscita a mantenersi quasi sempre in vetta e l'ha spuntata alla fine sulla Slovacchia (22 - 13), che conduceva la classifica grazie a un miglior punteggio di squadra (ma con punti individuali pari ai croati) al penultimo turno. I vincitori non avevano grossi nomi nelle proprie fila, ma potevano vantare l'età media più bassa fra le squadre partecipanti, 19 anni, la stessa della Germania. Vale il contrario per l'Italia: nonostante una media Elo inferiore di soli 6 punti (2412 contro 2418) rispetto alla Croazia, gli azzurri avevano un'età media di vent'anni superiore, alle spalle della sola Svizzera (40) in questa poco incoraggiante graduatoria.
Classifica finale: 1^ Croazia 22.5 punti individuali su 36 (12 punti squadra su 18); 2^ Slovacchia 22 (13), 3^ Slovenia 20.5 (13); 4^ Germania 19 (9); 5^ Ungheria 18 (8); 6^ Repubblica Ceca 17.5 (9); 7^ Svizzera 17 (10); 8^ Austria 16.5 (8); 9^ Francia 14.5 (4); 10^ Italia 12.5 (4)
Da http://www.messaggerie.it n° 220 (7 giugno 2003)
È sempre stato visto come il gioco riflessivo per eccellenza, dove mettere da parte l'impulsività e riflettere a lungo prima di fare qualsiasi mossa. Ma una nuova moda che si sta affermando nel mondo degli scacchi, le cosiddette partite lampo, sta mettendo in luce qualcosa di nuovo: chi è bravo agli scacchi normalmente, lo è anche quando non ha tempo per pensare. Una ricerca pubblicata sulla rivista Psychological Science, un giornale dell'American Psychological Association, dimostra infatti che la bravura dimostrata in una normale partita indica piuttosto esattamente l'abilità di condurre anche una partita ultraveloce. In questo tipo di gare il tempo a disposizione per fare le mosse è spaventosamente poco: cinque minuti complessivamente. In una tipica partita significa, in media, non avere più di 7,5 secondi per mossa. Altro che pensare, lì c'è da trovare subito la mossa giusta. La Michigan State University, esaminando una serie di giocatori di diversa bravura impegnati sia in gare normali che in gare lampo, ha trovato che esiste un vero "istinto scacchistico", qualcosa che fa intuire subito la mossa giusta. Si pensava che fosse qualcosa di diverso dalla normale capacità riflessiva, fatta soprattutto di esperienza. Ed allora un tizio dai riflessi veloci, anche se poco ferrato, avrebbe potuto sconfiggere il bravo ma riflessivo giocatore tradizionale. Invece vince ancora quest'ultimo, e questo "istinto" non sembra essere frutto di una generica velocità di analisi da parte del cervello, ma è qualcosa che viene sviluppato con l'esperienza.